Astensione Costituente
Sito web per la creazione e il coordinamento dei comitati per l’astensione costituente
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- Prof. Paolo Sceusa
Apri un Comitato
Un comitato per l’astensione costituente può crearlo ciascuno di noi astenuti, senza condizionarne la nascita alla previa adesione altrui.
È semplicissimo: clicca il bottone qui sotto “APRI UN NUOVO COMITATO” e riempi i pochi campi.
Tutto fatto.
Riceverai due email: una con la password generata dal sistema (da te modificabile) per eventuali tue successive modifiche; una dopo la validazione del comitato (entro 1 o 2 giorni). In questa seconda mail riceverai le istruzioni per attirare l’attenzione degli astenuti, milioni di astenuti, ancora ignari di questo progetto.
Vedrai che si tratta di un’attività semplice e persino divertente (“ciò che è necessario va fatto divertendosi”).
Controlla che queste email non finiscano nella tua casella “posta indesiderata” o “spam” o similare.
RICORDA: le informazioni che avrai inserito in ordine al comitato, saranno rese pubbliche sulla “mappa comitati“, in modo da dare la possibilità alla persone di affluire nei luoghi di convegno periodico. Cliccando sui vari punti mappa si aprirà la scheda dettagliata di ogni comitato.
Di comitati ce ne vogliono migliaia: nelle città, anche uno per quartiere. Questo sito stesso diverrà il facile mezzo di contatto, di collegamento e di organizzazione tra i comitati.
Le modalità di coordinamento verranno precisate man mano. Intanto occorre far nascere subito migliaia di comitati.
SUGGERIMENTO: per ottenere un certo afflusso fin dalla prima riunione del comitato, ti consigliamo di informare i tuoi contatti (Facebook, Twitter, Whatsapp, Telegram…) dell’esistenza del comitato da te aperto con questo messaggio tipo.
ASTENSIONE COSTITUENTE
Er voto, finchè è tuo, lo vonno tutti.
“Noi manteremo siqquanto promesso”.
“Dallo a nojantri che, sinnò, lo butti”.
E ‘n’antra vorta t’hanno fatto fesso.
Mo ch’hai votato, ne potrai annà fiero.
Dacchè valevi tanto, mo sei zero.
Dai, viè a votà, esercita er diritto.
È cor voto che er popolo è sovrano.
E così ancora, t’hanno fatto fritto.
Mo chi te rappresenta è un ciarlatano.
Quanno t’accorgi che sta lì a rubbà,
er voto tuo se fa compricità.
Ormai l’amo capito qual è er gioco,
chi voti voti, ‘n cammia la sostanza.
Uno è er potere e tu conti assai poco.
Destra o sinistra, sempre ‘na pietanza.
Ma, si voi scatenaje un teremoto,
a la prossima dije: “io nun voto”.
Che dichi? che er politico è ladrone?
Ch’ha sistemato tutta la famija?
Ch’ha da fernì in galera ‘sto marpione?.
Chi l’ha votato, un pò j’arrissomija.
Come poi lamentatte de lo smacco?
Ladro è chi rubba e chi j’aregge er sacco.